IN OCCASIONE DELLA FESTA DEL SANTO PATRONO DI BRUINO (SAN MARTINO DI TOURS) ECCO RIPROPOSTA LA CARMAGNOLE.
Come in ogni grande ricorrenza anche per la Festa Patronale di Bruino (To) Ij Danseur dël Pilon ripropongono al grande pubblico La Carmagnole.
Esattamente come in occasione festa patronale di Torino del 2019 ove Ij Danseur dël Pilon innalzarono in piazza Carignano un “albero della libertà” con tanto di nastri colorati e un “cappello frigio” posato in testa ad una giovane “Marianne”, anche a Bruino danzeranno e canteranno la più nota delle danze rivoluzionarie.
La Carmagnole vanta indiscusse origini piemontesi: l’autore è anonimo, ma sicuramente venne composta nell’entourage degli emigranti piemontesi che lavoravano nel porto di Marsiglia producendo cime, funi e gomene in canapa.
La “Carmagnole” non è dunque solo un canto o una danza ma è anche la giacca che indossavano questi lavoratori portuali piemontesi, che un po’ alla volta venne adottata da tutti i Sanculotti, come simbolo del movimento rivoluzionario dell’epoca.
Si tratta semplicemente di una perfetta rievocazione, a cura dell’Associazione Piemonte Cultura, di anni lontani e molto movimentati, dove il popolo (i cosiddetti Sansculottes) manifestava il proprio anelito di libertà e di ribellione alle monarchie assolute, con canti e balli sanguigni e rivoluzionari.
Nella storica piazza bruinese verrà issato un albero della libertà alto 4 metri, in legno di abete alla cui sommità è stata affissa una ruota in legno massiccio, da cui pendono più di venti nastri in raso in seta di colore blu e rosso. I nastri, saranno tenuti in mano da 10 coppie di Danseur che, ruotando intorno all’albero, li intrecceranno dando vita ad un tambureggiante carosello musicale. In cima all’albero, non mancherà il rosso cappello frigio, con tanto di coccarda bianca, rossa e blu, apposto sul capo sagomato di una graziosa fanciulla che raffigura la “Marianne”.
La Carmagnole venne composta da un autore anonimo nel 1792, uno degli anni cruciali di quel terribile periodo storico che va sotto il nome di “Rivoluzione francese”. La melodia del canto è originaria del Piemonte, e più precisamente, di Carmagnola. L’aria musicale si diffuse in Francia a cura dei lavoratori piemontesi (molti erano, tra loro, i carmagnolesi), emigrati nella zona di Marsiglia, importante porto francese del Mediterraneo, per trasportare, lavorare e tessere, sul posto, la canapa, di cui il Piemonte era un grande produttore (il Canavese prende il suo nome proprio dalla coltivazione di questo vegetale). La canapa era utilizzata per la produzione di cordame, vele, telerie ed indumenti, rustici ma molto resistenti.
Il testo del brano, ha un’impronta decisamente rivoluzionaria:
Dansons la carmagnole
Vive le son, vive le son
Dansons la carmagnole
Vive le son du canon!
e in molte strofe, irride sia a Maria Antonietta che al suo reale consorte, Luigi XVI, entrambi ghigliottinati nel 1793.
L’aria divenne talmente popolare da trasformarsi anche in una danza, La Carmagnole, ballata dal popolo attorno all’albero della libertà nelle piazze francesi e nei territori diventati province dell’Impero, come il nostro Piemonte, Torino compresa. Non solo, i sanculotti iniziarono ad adottare – come divisa simbolo del loro movimento rivoluzionario – la giacca corta, in tela grezza di canapa, con sottili revers, normalmente utilizzata dai lavoratori piemontesi di Marsiglia, che venne anch’essa chiamata Carmagnole.
La versione della danza proposta dal Gruppo Ij Danseur dël Pilon è quella rigorosamente ricostruita da Yvonne Vart, sulla base delle cronache dell’epoca. Beatrice Pignolo, coreografa del Gruppo folkloristico di Piemonte Cultura, ha ripreso questi studi, apportando solo alcune modifiche nei passi: ma La Carmagnole eseguita in Piazza è certamente una tra le più accreditate tra le varie versioni, ed è sicuramente tra le più vicine all’originale.
La voce che ha cantato sulla base musicale, su cui il Gruppo ha danzato, è quella di Marc Ogeret (1932 | 2018).
La storia insegna, ed è bello ricordarne le epoche e gli eventi, gloriosi o drammatici, anche attraverso il canto e la danza.
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