Si arricchisce la nostra Mediateca con l’acquisizione del nuovo fondo che sarà intitolato a GIOVANNI CALCHERA “il poeta piemontese della serenità”.
Un’importante donazione (una settantina di preziosi volumi) provenienti dalla collezione privata già appartenuta alla Famiglia Calchera che saranno, a breve, catalogati e indicizzati on line sul sito www.mediatecafolk.it e saranno gelosamente riposti e conservati per la consultazione da parte di cultori e studiosi, nelle teche della Biblioteca di Piemonte Cultura; un altro tassello che andrà ad impreziosire e arricchire la nostra Biblioteca regionale di Via Emanuele Luserna di Rorà 8 Torino.
Un particolare ringraziamento al Dr. Ettore Calchera che ha voluto individuare il nostro Ente quale beneficiario della preziosa donazione.
Giovanni Calchera “il poeta piemontese della serenità” come lo ha descritto l’amico Camillo Brero, è stato sempre un poeta nell’animo e nel cuore. Le sue prime poesie risalgono agli anni trenta così come l’amicizia con tanti poeti piemontesi: Pinin Pacot, Armando Mottura, Camillo Brero, Alfredino Nicola, Attilio Spaldo, Mario Albano, Censin Lagna, Aldo Daverio, Censin Pich e tanti altri con i quali ha condiviso la fedeltà alla Companìa dij Brandé.
Con amore ed orgoglio proclamava: “La Companìa dij Brandé a resterà cola che a l’é e che al’é sempre stàita na palestra ‘d Poesìa, un Cenàcol ëd lë Spìrit…e che Nosgnor an giuta! A-i sarà sempre la fiama ch’as dëstissa nen...”.
Ha ricevuto numerosi riconoscimenti, premi e diplomi d’onore, fra i quali si evidenziano:
- 1° Premio al concorso Carlo Baretti Mondovì con la poesia “Queicadun a dev passé” (1955).
- 1° premio al concorso del Comune di Fossano con la poesia “Vilagi mòrt” (1962).
- Diploma d’onore al Concorso Poesia Dialettale del Comune di Garessio con la poesia “Seugn ant l’infinì” (1961).
Nel gennaio del 1955 Giovanni Calchera organizza una Serata di Poesia Piemontese con l’intervento di tanti Brandé: Pinin Pacot, Armando Mottura, Aldo Daverio, Mario Albano, Attilio Spaldo, Alfredo Nicola e tutti insieme hanno incontrato le poetesse valdostane Eugenia Martinet e Tanta Nais (Anais Desaymonet).
In tante edizioni del “Messager Valdotain”, almanacco annuale della Valle d’Aosta, sono state pubblicate le sue poesie in piemontese con le quali cantava il suo amore per la Valle d’Aosta e le meraviglie delle montagne.
Nonostante le insistenze dei figli Augusta e Ettore, Giovanni non ha mai voluto dare alla stampa le sue poesie ed i suoi scritti, ma ha detto loro di farlo dopo la sua morte.
E così è stato: con il prezioso aiuto dell’amico Camillo Brero, i figli hanno pubblicato la raccolta “Feuje ‘d Brassabòsch”, che riunisce buona parte delle sue poesie, e l’hanno distribuita a tutti coloro che l’hanno conosciuto, certi che leggendola ricorderanno la sua sorridente bontà.
Biografia
Giovanni Calchera nasce a Torino il 21 luglio 1907.
Della sua infanzia e dell’adolescenza si conoscono di Lui poche cose ma ben riassunte in questi suoi versi tratti dalla poesia “Me Pais”:
“ …Mi son nà a pòchi pass dal pont sla Dòira,
an facia a l’Arsenal, al borgh dl’Auròra.
Prima dël pont, la Gesia ‘d San Gioachin,
un pò pì ‘n sù, ‘l Balon, Pòrta Palass…”
Proprio in quella “Barriera” (Barriera di Milano) che gli donò i natali frequenta i suoi primi anni di studi e, da ragazzo, durante le vacanze scolastiche, lavora in una armeria di corso Giulio Cesare, gestita dai signori Battagliotti, grandi amici di famiglia, che vendevano armi e articoli di caccia e pesca ove, completati gli studi tecnici, lavorerà ancora sino al 9 maggio 1927 quando verrà arruolato, di leva, al Centro Chimico Militare di Roma.
Nel 1928 rientra a Torino ove inizia ad appassionarsi di numismatica. Durante l’estate inizia a frequentare la Valle d’Aosta, in particolare la Val d’Ayas, dove, ad Antagnod, conosce la sua futura sposa. In questo periodo, con alcuni amici, contribuisce a fondare il gruppo “ TAURJ “ e a stampare l’omonimo giornale di cui esistono ancora pochi numeri rilegati.
Nel 1929 si trasferisce in alta Savoia, precisamente ad Annemasse, come artificiere e invia al giornale da lui fondato numerosi articoli scritti in italiano e piemontese firmandosi con l’acronimo “q.d.b”, cioè “quello della barba” proprio come si evince da alcune foto dell’epoca. Nell’agosto del 1932 rientrerà nuovamente a Torino per un impiego a San Francesco al Campo a pochi passi da Torino.
Il suo impegno al giornale “TAURJ” lo avvicina ai poeti piemontesi Armando Mottura e Pinin Pacot. Con loro, ed altri promotori, parteciperà attivamente alla crescita della Companìa dij Brandé.
Nel maggio del 1935 convola a nozze con la giovane Leontina Trossello e si trasferisce ad Aosta ove inizia a lavorare alla Nazionale Cogne.
Nel giugno del 1936 nasce la primogenita Augusta e ad agosto del 1941 il figlio Ettore. Malgrado il difficile periodo della guerra riesce a dedicarsi alla raccolta delle monete, allo studio della numismatica e della lingua Piemontese.
Nel 1943, in pieno conflitto bellico, viene richiamato, con qualifica di artificiere, al Centro Chimico Militare di Roma. Deve così lasciare la famiglia ad Aosta. Le sue lettere, di questo periodo alla moglie, costituiscono un prezioso epistolario storico. Il direttore della sede di Roma della Nazionale Cogne, Conte Salvi Del Pero, chiede al Comando del Centro Chimico di potersi avvalere della collaborazione dell’artificiere Giovanni Calchera tutti i pomeriggi, con rientro a sera in caserma. La richiesta viene accolta.
Nel 1944 le truppe tedesche, prima di ritirarsi, bombardano e distruggono il Centro Chimico Militare di Roma incalzati dall’esercito americano. I militari scappano e tentano di tornare al loro paese. A Roma, insieme a Giovanni, c’è anche il suo amico e collega Michele Grappoli. I due fuggono togliendosi la divisa ed indossando abiti civili. Impiegano 25 giorni per arrivare ad Aosta a piedi, viaggiando sempre di notte e nascondendosi di giorno. Ad Aosta Giovanni riprende il suo lavoro alla Nazionale Cogne come impiegato prima e dirigente poi.
Oltre al lavoro si dedica sempre con passione alla numismatica, collezionando monete di tutto il mondo del periodo 1850-1980 e alla poesia in lingua piemontese.
Nel 1958, con un piccolo gruppo di amici appassionati collezionisti, fonda il Circolo Numismatico Valdostano, ne rimarrà Presidente sino al 1982 e successivamente diventa Presidente Onorario.
Nel 1978 viene nominato membro dell’Accademia di Sant’Anselmo, Associazione Culturale Valdostana fondata nel 1855 e ispirata da Anselmo di Aosta, Arcivescovo di Canterbury.
Consacra gli ultimi anni della sua vita alla famiglia ed alle sue passioni: numismatica e poesia.
Cessa di vivere ad Aosta il 23 gennaio 1994.
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