Ij Danseur dël Pilon, Gruppo di Ballo di Piemonte Cultura
Il gruppo di ballo di Piemonte Cultura, Ij Danseur dël Pilon, è composto da una dozzina di coppie e interpreta un repertorio di danze da “esibizione” legate al territorio regionale piemontese e alla “Occitania Grande” alternandole a danze più coinvolgenti per il pubblico in piazza.
COSA PROPONIAMO
Ij Danseur dël Pilon, normalmente accompagnati da strumenti tradizionali, dispongono di un paio di “Tascon” piemontesi (strumento “povero” a percussione nato originariamente come “attrezzo” agricolo per dividere i chicchi di grano dalla paglia (Coreggiato) da noi impiegato per accompagnare il suono melodico dell’organetto Diatonico.
Il nostro Gruppo di danze, normalmente composto da 12 coppie, dispone altresì di una dozzina di bellissimi “Lou bouque que sonne” in legno scolpito che servono anch’essi per scandire il tempo durante la festosa marcia del Gruppo.
Ij Danseur utilizzano altresì un Tamburo da parata piemontese con il fusto in ottone. Questo strumento storico (del primo ‘900) è tutt’oggi utilizzato nelle marce delle Pifferate di Ivrea.
A guidare la sfilata il nostro Gonfalone con le insegne ufficiali de Ij Danseur dël Pilon.
IL NOSTRO COSTUME
Il costume da esibizione de Ij Danseur dël Pilon è rigorosamente ispirato dalla tradizione popolare della nostra Regione.
Per le Dame un sobrio grembiulino nero con applicazioni floreali annodato a vita appoggiato sull’ampia gonna nera su cui sono applicati i classici “bindej” rossi e blu ispirati alla bandiera (Drapò) del Piemonte. Sulle loro spalle possiamo ammirare gli ampi scialli neri fiorati in lanetta con lunghe frange appoggiato su di una camicetta nera, con jabot, ruches e volant, a maniche trequarti
Gli uomini, oltre al tipico copricapo piemontese Porilo di colore nero, indossano pantaloni neri e un panciotto in pesante tessuto tweed bordeaux su una camicia bianca manica lunga.
LA NOSTRA MISSIONE
Chiave di volta dello Statuto Sociale di Piemonte Cultura nata nel 2008, è il costante impegno e missione di mantenere viva la tradizione popolare del nostro territorio diffusa attraverso le attività culturali, ludiche e d’intrattenimento.
REPERTORIO E DIREZIONE ARTISTICA
Ij Danseur dël Pilon sono attualmente diretti dall’insegnante e coreografa Beatrice Pignolo.
Il repertorio e le coreografie delle danze sono attinte dalle più tradizionali e caratteristiche danze storiche popolari provenienti dalle terre occitane del Piemonte e dalle terre francoprovenzali poste a cavallo tra il Piemonte e la Valle d’Aosta.
UN PO’ DI STORIA
Nel settembre 2014, in occasione dell’inaugurazione del completamento del restauro conservativo del Pilone votivo dedicato al Sant’Antonio Abate (nell’iconografia del Pilone di Marentino – provincia di Torino – viene rappresentato “Sant Antoni dël Crinet”), arriva lo spunto per concretizzare l’idea di MARISA e BRUNO di vedere finalmente costituito il GRUPPO DI BALLO di Piemonte Cultura.
Sandra, Anna, Gianni ed Ettore sono i co-fondatori de Ij Danseur dël Pilon diretti dall’insegnante e coreografa BEATRICE PIGNOLO che ne cura con passione e dedizione le coreografie attingendole dalle più tradizionali e caratteristiche danze storiche tradizionali popolari.
Retertorio danze e canti de Ij Danseur dël Pilon | Gruppo di Ballo di Piemonte Cultura
CANAVESE durata 10’
- Corenta di Rueglio
- Monferrina Marìa Catlin-a
- Scottish di Rueglio
VAL CHISONE durata 20’ (10’+10’)
- Courento per travers
- Courento Martinencho
- Tersillho
- Courento Garneirencho
- Courento internasiounalo
- Courento laddro
VAL VARAITA durata 20’
- Countrodanso di Melle
- Courento Cousteoles
- Boureo Vieio
- Tresso
COGNE durata 10’
- Monferrina
- Lou Valse
- Monferrina “tre tens”
ROERO durata 20’ inclusi canti
- Brando
- Borea
- Corenta d’i Butej
CANTI POPOLARI
- Carlin passa da là
- Ciavatin e murador
- La bërgera
- La mia mama veul che fila
- Marìa Catlin-a
- Maggio di Casalcermelli
- Pimpin
- Se chanto
- La tempesta
- Ed ho girato
SFILATA
- Titao
- Quarenta d’ Culoto
- Quadriglia
- Courento Val Varaita
- Scottish
- Polca
- Valzer
- Mazurca
I NOSTRI STRUMENTI MUSICALI PER L’ACCOMPAGNAMENTO RITMICO
L’accompagnamento ritmico è primordiale, istintivo ed innato, da sempre!
L’uomo ha accompagnato prima la voce e poi qualunque strumento musicale battendo due o più oggetti tra di loro, a partire dalle mani a due semplici pezzi di legno, due ossa o due pietre fino a costruire oggetti musicali complessi assemblando più materiali.
Per questo motivo è difficile stabilire le esatte origini degli strumenti da accompagnamento più semplici e legarli ad un luogo specifico, in quanto essi sono sicuramente stati “creati” dall’uomo in mille varianti praticamente ovunque, utilizzando materiali “poveri” e in tempi dimenticati ma che restano ancora di uso comune, soprattutto nella musica popolare, anche nella nostra Regione.
Gli strumenti che utilizzano da alcuni anni IJ Danseur dël Pilon da alcuni anni sono realizzati con materiali poveri e sono frutto di minuziose ricerche e sperimentazioni con forme e legni diversi prima di arrivare all’ottenimento del necessario suono ottimale.
Musicalmente parlando questi “strumenti” sono classificati come “idiofoni”, se ne trovano rappresentazioni grafiche un po’ ovunque nel mondo ed in tutte le epoche, dalle pitture rupestri ai geroglifici egizi, ai manoscritti medioevali, in molte varianti ma comunque tutte simili tra loro.
Questo genere di strumento musicale nasce e arriva nelle mani della gente comune su tutto l’arco alpino e nelle pianure del Piemonte, e questo ancor prima di qualsiasi altro strumento utilizzato nella “musica colta” e ciò perché più semplici, economici e di facile realizzazione e soprattutto perché utilizzabili da chiunque.
Interessanti le testimonianze raccolte tra gli anziani in cui si scopre che sovente capitava che feste e matrimoni fossero animati semplicemente dal canto accompagnato dal ritmo di questi “strumenti poveri”.
Nella prima metà del 900 i soldi a disposizione per poter pagare dei “veri” musicisti, che in una serata potevano anche guadagnare quanto in un anno intero di lavoro nelle campagne, erano pochi, e quindi ci si “arrangiava” con ciò che si aveva a disposizione e cioè voce, fantasia e manualità!
I pochi fortunati che possedevano uno strumento in grado di produrre una melodia erano quindi ricercatissimi anche se poi avevano un repertorio limitatissimo composto da pochi brani che ripetevano in continuazione!
BOUQUE QUE SON-E DE IJ DANSEUR DËL PILON
(Les Triketrak o Bouque que son-e – ovvero “legno che suona” in patois Valdostano ):
Questo è il nome di fantasia con cui il costruttore liutaio Valdostano Enzo Bologna ha “battezzato” questo strumento realizzato con una serie di placchette di legni vari, unite tra loro con degli spaghi, separate da dei nodi, e, alle due estremità sono poste le impugnature tornite.
Questo strumento ricorda il Tinebre o Tràccola a Tabella , strumenti utilizzati un tempo durante la Settimana Santa al posto delle campane, normalmente composti da soli tre blocchetti di legno incernierati in vari modi tra loro e, scuotendoli grazie alle impugnature, si otteneva un cadenzato e forte “tac tac”.
Strumenti simili – per principio di funzionamento e forma – si trovano nell’antica musica e nel teatro tradizionale giapponese con il nome di kokiriko, nei paesi latino americani sono noti con il nome di frusta brasiliana, con nomi diversi a San Pietroburgo (Russia), e in tutte le altre culture e civiltà del globo.
I “Bouque que son-e” si suonano impugnadoli con entrambe le mani, con una combinazione di rotazione dei polsi ed un movimento di sù e giù alternato delle braccia in modo che le estremità delle placchette sbattendo tra loro in sequenza producono il loro caratteristico suono.
Il segreto dei Bouque que son-e è l’assemblaggio dei legni alternando quelli di diversa durezza in modo da avere un suono equilibrato e non troppo invasivo e fastidioso, come avviene nel caso si utilizzino solo legni duri.
Per lo stesso motivo le dimensioni delle placchette non sono rigorosamente identiche ma ci sono delle leggere ma evidenti differenze tra una un pezzo e l’altro.
Anche la scelta delle essenze utilizzate non è rigorosa ma legata anche alla disponibilità della materia prima al momento della realizzazione per cui si utilizza un po’ tutti gli alberi da frutta, la betulla, il faggio, il frassino, il rovere, il castagno, con un’unica regola fissa: il legno di noce per realizzare le due placchette di testata – su cui sono fissate le impugnature tornite – in modo tale da potervi agevolmente intagliare il classico rosone (sole delle Alpi) a sei petali, simbolo diffusissimo le cui origini e significato si perdono nella notte dei tempi…
IL TAMBURO DA PARATA DE IJ DANSEUR DËL PILON
Il Tamburo da sfilata o da parata che usiamo dei primi del ‘900 ha il fusto in ottone e un “timbro” sulla pelle inferiore, a mo’ di rullante.
Viene usato a tutt’oggi nelle marce delle Pifferate di Ivrea ed ha radici profonde, dai primi metodi seicenteschi alle truppe Napoleoniche prima e Sabaude dopo. “La musica dei tamburi si basa su cinque battute fondamentali, dalle quali nascono tutte le nostre marce tradizionali: “Tao”, “Bachet-te Rote”, “Plao”, “Rao” e “Rolé”. Il “Tao” è un solo colpo con una sola bacchetta, mentre le “Bachet-te Rote” è una successione di “Tao” alternando ritmicamente le due bacchette; il “Plao” è una battuta contemporanea delle due bacchette, una delle quali deve toccare molto debolmente la pelle, al fine di evitare un suono muto e addirittura sgradevole; può essere fatto in rapida successione alternando il movimento debole prima sulla bacchetta sinistra e poi su quella destra, ottenendo così un doppio o triplo “Plao” (massima estensione del “Plao”).
Sembra facile, ma il “Plao” è una cosa difficilissima, perché una bacchetta deve sfiorare e l’altra deve battere e ottenere questo non è facile… sembra facile, ma non lo è, si ottiene un suono diverso dal “Tao”, molto più potente. Il “Rao” è una rapida successione di colpi eseguiti con una sola bacchetta: con un colpo di polso si deve riuscire a far rimbalzare ripetutamente (fino a sei – dieci volte) la bacchetta sulla pelle: la perizia sta nel domare con le dita il rimbalzo. Infine il “Rolé” (o rullo), che si ottiene da una ritmica sequenza di “Rao”: nel nostro repertorio accompagna le cinque “Diane”, la “Generala” e fa da raccordo nel frammezzo di svariate marce.
Le moltiplicazioni dei colpi diventano così “Ra Ta Plao”, “Ta Ta Plao”, Ta Ta Ta Plao” e “Pla Ta Tao”.”
TASCON (CORREGGIATO) – LA MUSICA DEI BASTONI de Ij Danseur dël Pilon
Trebbiare con i bastoni snodati (flagelli) era certamente una fatica massacrante e bestiale che impegnava le manovalanze contadine nei mesi più caldi della stagione stiva.
Eppure, nonostante ciò (e non scivoliamo nell’ idealizzazione folklorica) la trebbiatura manuale coesisteva con la gioia del raccolto, e dava luogo spesso a gare di abilità e di resistenza, a forme per noi incredibili di ludicità, dal momento che trebbiare con il correggiato era considerato un’arte e veniva valutato dai contadini più anziani ed esperti non solo dal punto di vista tecnico, ma anche estetico.
Il battere ritmico dei bastoni battenti sulle spighe, oltre alla sua funzione primaria di separare i chicchi dalla pula e dalla paglia, aveva infatti anche una sua valenza estetica ed era considerato al pari di una musica.
Dalla testimonianza di un anziano contadino piemontese:
“Quelli che non partecipavano direttamente all’operazione ascoltavano da vicino o da lontano questo ritmo e provavano gioia. Anche non vedendoli, sapevano distinguere il numero dei battitori. Secondo il numero, il ritmo cambiava: se erano tre, quattro, cinque o sei. Dicevano che la battitura a cinque produceva il ritmo più bello. Gli anziani insegnavano a noi bambini i ritmi della trebbiatura facendoci battere le mani“.
Fonti bibliografiche: Rinaldo Doro, Enzo Bologna, Franco Castelli
SEDE OPERATIVA
Officine Folk®
Via Luserna di Rorà, 8
10139 TORINO – Piemonte – Italia
officinefolk@piemontecultura.it
www.officinefolk.it
COME RAGGIUNGERE LE Officine Folk®
Parcheggio consigliato: viale alberato di corso Racconigi
Mezzi pubblici: tram 15-16, bus 33-42-55-56
Interscambio con la Metro linea 1
tram 16 Piazza Bernini, bus 56 Porta Susa e 33 Porta Nuova
SEGRETERIA
DAL LUNEDÌ AL VENERDÌ, DALLE ORE 9:00 ALLE ORE 12:00
Telefono +39 011 043.70.12
Mobile +39 338 627.12.06
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SEDE SOCIALE E AMMINISTRATIVA
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Contrada San Paolo
Via Costigliole, 2
10141 TORINO – Piemonte – Italia
segreteria@piemontecultura.it
www.piemontecultura.it
VIDEO
22 SETTEMBRE EL VENDREL Cat – Ij Danseur dël Pilon
23 settembre 2018 FIGUERES Cat – Ij Danseur dël Pilon
24 SETTEMBRE BARCELLONA 13-24